Premesso che:
il processo di digitalizzazione della pubblica amministrazione è stato avviato con la legge 7 agosto 2015, n. 124, dal Governo pro tempore Renzi, ed è stato ripreso dai successivi governi con l'obiettivo meritorio di rendere la pubblica amministrazione più efficiente ed accessibile, continuando a procedere nell'implementazione anche nei mesi di lockdown;
la digitalizzazione dei servizi pubblici ha opportunamente coinvolto anche gli italiani iscritti all'AIRE, attraverso, ad esempio, l'erogazione all'estero della CIE, la carta di identità elettronica, prevista dal decreto-legge 19 giugno 2015, n. 78, come pure una serie di altri servizi attraverso il portale dei servizi consolari del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale "Fast IT";
allo stesso tempo, però, l'utilizzo della CIE, e, analogamente, l'utilizzo dello "SPID" o della firma digitale, come presupposto vincolante per la fruizione di servizi pubblici in via telematica, rischia di pregiudicarne l'esercizio, a causa dell'incapacità di numerosi connazionali di farvi ricorso;
documenti elettronici e identità digitali, infatti, non sono ancora diffusi capillarmente presso i connazionali all'estero. Molti di loro non hanno dimestichezza nell'uso di servizi digitali, a causa delle carenti competenze in ambito telematico o a seguito della mancanza delle necessarie dotazioni tecnologiche;
considerato che un numero sempre maggiore di servizi dedicati agli italiani nel mondo a breve termine sarà accessibile solamente attraverso autenticazione digitale. A partire dal 28 febbraio 2021, ad esempio, il portale "Fast IT", con il quale ci si può iscrivere all'AIRE, od il portale "Prenota on line ", che serve a prenotare un appuntamento presso gli uffici consolari, potranno essere accessibili esclusivamente con SPID o con la carta di identità elettronica,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno, in coordinamento con il Dipartimento per la trasformazione digitale, prevedere un periodo di transizione nel quale sia ancora possibile per gli italiani all'estero accedere ai servizi consolari, anche nel caso in cui siano sprovvisti di un'identità digitale;
se non ritenga a tal fine opportuno ricorrere all'ausilio della rete dei patronati, enti già consolidati nell'assistenza agli italiani nel mondo, per tutti i servizi di carattere anagrafico, fiscale, burocratico e amministrativo;
se non ritenga opportuno stilare al più presto una convenzione tra il Ministero e i patronati per l'erogazione dei servizi di assistenza agli iscritti all'AIRE, avente ad oggetto lo svolgimento di pratiche consolari o anagrafiche che comportino l'impiego di un'identità digitale o il ricorso a uno sportello di identity provider, attribuendo altresì loro il legittimo riconoscimento per l'attività svolta.